Visione integrata del concetto di benessere
“Perché ci lamentiamo della natura delle cose? Essa si è comportata bene con noi: la vita è lunga se sai farne uso”. Questo pensiero – espresso all’interno dell’opera De brevitate vitae – appartiene a Seneca, che evidentemente conosceva il valore del tempo. Il tempo che si esprime nei giorni che cominciano vedendoci presi dalla nostra quotidianità e che, ad un certo punto, volgono al termine portandosi dietro un’infinitesima parte della nostra vita. Ma nel bagaglio globale delle nostre esistenze c’è un altro tempo: un tempo nel tempo. E non importa che sia uno spazio privato o condiviso, un momento di incontri o d’intimità. Quello che lo caratterizza è la sua appartenenza: quindi in quanto nostro, in quanto libero. Quando solitamente si parla di tempo libero, il termine “libero” viene dato per scontato, come se fra queste due parole il termine “tempo” avesse un’importanza maggiore. Mentre a nostro avviso il senso ultimo che si associa a questo concetto, si esprime appieno nella parola “libero”. Dove libero significa privato, intimo, proprio, svincolato da ogni condizionamento, da orari che lo segmentano, da impegni vari. A meno che “l’impegno” non rientri fra le attività che offrono una qualche forma di benessere al soggetto. Come abbiamo detto in più riprese, la necessità di avere del tempo libero e la facoltà di impiegarlo nei modi chi ci danno più piacere, è oggi un’esigenza ampiamente riconosciuta. Come tale incontra perfettamente tutti i criteri del benessere e della sua sostenibilità. Ma la vera urgenza, a nostro avviso, è quella di comprendere quanto il tempo libero, ovvero il momento in cui siamo liberi di concederci quello che più ci fa star bene, abbia un valore ed una finalità che vanno ben oltre il mero soddisfacimento del nostro piacere. Se valorizzato ed usato nella direzione del benessere, il tempo libero diventa la massima espressione dello star bene, ma anche un momento di grande responsabilità.
Si può dare – ed in questo potremmo riprendere Seneca – una certa nobiltà ad un tempo libero, speso nel rispetto e nella consapevolezza di se stessi e degli altri. Il fatto che un certo tempo sia, nell’ambito di tutto il tempo di cui disponiamo, essenzialmente libero, non ci legittima a fare di esso un qualcosa di piccolo, riducendolo magari in qualcosa di squallido. In tal senso, entra a pieno titolo nel nostro argomentare il concetto di una vita relativamente lunga se si sa farne uso. All’origine di tale considerazione c’è naturalmente l’idea che un passaggio sulla terra debba comunque produrre qualcosa, che una vita buttata è molto peggio di una non vissuta. Perché fondamentalmente non vale il tempo che dura. Non esiste in questo caso un rapporto armonico fra la dimensione temporale e quella esistenziale, nel quale quest’ultima è ridotta al lumicino da un tempo che trascorre comunque inesorabile. Ed anche per il cosiddetto tempo libero, che per noi è in qualche modo la massima espressione del concetto di benessere inteso proprio come lo star bene, non va sprecato, non va sporcato. Anch’esso va impegnato nelle attività più disparate che ci fanno star bene, senza limitare o intaccare in qualche modo il benessere altrui. Che si legga un libro, che si decida di fare un viaggio o che si faccia della beneficenza, il punto d’incontro fra il tempo libero e la capacità di impiegarlo in modo sostenibile non cambia. Questo rapporto all’insegna del benessere va salvaguardato e protetto dagli abusi di quanti vedono nel tempo libero una possibilità di appagarsi in modo insostenibile non solo per se stessi, ma per l’intero contesto sociale di riferimento. Anche quando si fa turismo, oggi si tende a parlare di turismo responsabile, dove il concetto di responsabilità rimanda necessariamente a quanto detto sinora: ovvero alla capacità di fare turismo senza per esempio inquinare, tenendo conto delle aree protette, rispettando le culture e le comunità dei Paesi che s’intende visitare. Insomma agendo responsabilmente nel rispetto dei luoghi e delle comunità diversi da ciò che conosciamo. Questo “tempo nel tempo” così vestito diventa prezioso per noi stessi e per gli altri. Il suo carattere, la sua identità che si manifesta nel benessere che il suo trascorrere è in grado di procurarci, assume un significato diverso da ciò che solitamente e riduttivamente s’intende per esso. Noi immaginiamo che il tempo libero così concepito vada difeso, protetto da tutta l’ingerenza di certe altre attività altrettanto centrali nelle dinamiche delle nostre vite. Nessuno in una logica di benessere generale dovrebbe rinunciarci o relegarlo solo al cosiddetto turismo. Diciamo questo perché la nostra idea di sostenibilità del benessere entra in sintonia con l’idea di libertà e di tempo libero, solo quando la stessa converge con il rispetto di ciò che ci circonda, identificandosi in scelte responsabili e condivise.