Visione sociale del concetto di salute
Affrontare il concetto di salute in quella che per noi è la visione sociale della stessa, è senz’altro una questione insidiosa. Di fatto c’è un argomento vasto, multidimensionale – appunto la salute – e poi c’è una visione del tema che, come abbiamo già detto altrimenti, tende a subordinare tutte le scelte strategiche della società globale al rispetto dei diritti fondamentali dell’individuo. A questo punto però prima di approfondirci ulteriormente è opportuna una riflessione su cosa intendiamo oggi per salute. Che significa salute? Per l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza di malattie o infermità.
Detto ciò, è comprensibile non solo la multidimensionalità propria al tema, ma la difficoltà di coniugare queste diverse dimensioni al contesto ambientale di riferimento. Diciamo subito e senza riserve che le nostre società non rispondono, non soddisfano il concetto di salute così com’è espresso dall’OMS. Forse – e dico forse – siamo in grado di garantire dei servizi sanitari appena decenti con dei picchi di eccellenza per certe strutture ospedaliere o private. Ma questo è assolutamente inadeguato ed insufficiente a garantire al cittadino un certo livello di benessere. È opportuno soffermarsi su questo punto perché, soltanto attraverso un buon livello di salute (benessere), l’individuo ed il gruppo saranno in grado di identificare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni. Ma quel che più conta, soltanto attraverso un buon livello di salute (benessere), gli individui ed i gruppi saranno capaci di penetrare il tessuto dei loro contesti ambientali, modificandoli. In tal senso potremmo identificare in questo concetto di salute un qualcosa che parte dal soggetto che ne gode e poi si espande. Qualcosa che, espandendosi, modifica profondamente i luoghi ed i contesti quotidiani di ognuno di noi. Di fatto un moderno “ritratto di salute” è riscontrabile in quegli stili di vita che appartengono a chi modifica il proprio ambiente, i propri comportamenti adattandosi perfettamente ai contesti di riferimento: in pratica a chi vive in armonia dentro e fuori di sé. A questo c’è da chiedersi se e come l’attuale sistema società sia in grado di tutelare la salute “a tutto tondo” dei cittadini. E allorquando questo avvenisse, bisognerebbe domandarsi quali strategie il sistema società sarebbe in grado di mettere in campo perché la cittadinanza goda di un alto livello di benessere. Come già detto in precedenza, almeno in Italia non andiamo molto oltre le classiche strutture sanitarie. Questo significa che per i nostri cittadini e per i nostri portafogli ci sono delle strutture perfettamente in linea con la domanda. Ma per quanto concerne la salute così come l’abbiamo raccontata, siamo ancora molto lontani dal raggiungere risultati significativi. Il problema principale sta nella mancanza di informazioni. La politica nostrana non risponde all’esigenza di promuovere stili di vita consoni allo sviluppo di condizioni pratiche in grado di garantire ai cittadini un certo livello di benessere. Il tutto, tradotto, vuol dire che la gente dovrebbe sapere che ci sono modelli comportamentali in grado di avvicinarci alla soglia del benessere, ma anche e soprattutto che i governi dovrebbero adoperarsi a promuovere certi stili di vita. E non bastano le sole sanzioni, non bastano le regole; occorre intervenire sul tessuto sociale informandolo, responsabilizzandolo. A nostro avviso i governi hanno il dovere di promuovere comportamenti all’ insegna del benessere, affinchè tutte le politiche che coinvolgono la salute includano le diverse sfaccettature della stessa e le implicazione che ne conseguono.